Edifumetto (nota anche come Editrice Squalo, Squalo Comics ed Edifumetto 3000), è stata una casa editrice italiana fondata nel 1972 da Renzo Barbieri, attiva principalmente negli anni settanta e ottanta nel campo del fumetto erotico-pornografico italiano in formato tascabile. Insieme alla Ediperiodici, sua principale concorrente nel settore del fumetto per adulti, ne monopolizzò il settore[1][2][3][4] con serie di successo di vario genere come Zora, di genere horror[5] o Biancaneve, di genere umoristico[6] e molte altre anche di genere non erotico realizzate da autori di fama come Magnus.[7] Nel periodo di maggior successo vennero pubblicati una ventina di tascabili erotici al mese ma alla fine degli anni ottanta le videocassette per adulti ne decretarono la fine; l'ultimo grande successo fu una serie non erotica, Paninaro, che arrivò a vendere oltre 100 000 copie al mese, ma fu di breve durata.[8] Alcune delle serie a fumetti erotiche di maggior successo ebbero delle trasposizioni cinematografiche come Biancaneve & Co. del 1982[9][10] e Zora la vampira del 2000[10].
Nella prima metà degli anni sessanta, il successo dei fumetti neri come Diabolik, Kriminal e Satanik, indirizzate a un pubblico adulto con scene di cruda violenza e donne semisvestite, fece nascere una pletora di epigoni di qualità non sempre meritevole di citazione, quasi tutti editi nel caratteristico formato tascabile. La moda alla fine del decennio si era ormai esaurita, con un mercato saturato da prodotti spesso dozzinali, che nei primi anni settanta scomparvero quasi del tutto.[11] In questo contesto si trovò ad operare Barbieri che da scrittore di fumetti per l'Editoriale Dardo e le Edizioni Alpe, nel 1966 decise di fondare una propria casa editrice, la Editrice 66[4]. Ispirandosi a famosi soggetti cinematografici e letterali del momento, ideò nuove serie a fumetti che rappresentarono una evoluzione delle tematiche già presenti nei fumetti neri e caratterizzate da una forma di erotismo più esplicito per i tempi. Vennero così pubblicate alcune testate sceneggiate da lui stesso insieme a Giorgio Cavedon e disegnate da Sandro Angiolini come Isabella, ispirata al personaggio di Angelica, e Goldrake, ispirato a quello di James Bond,[3] che costituiscono i primi fumetti erotici italiani in formato tascabile. Il riscontro però non fu positivo e lo scarso successo delle due serie porterà alla chiusura della casa editrice.[3][4]
fumetti erotici anni 70 pdf
Nel 1972 il sodalizio fra i due però si rompe e Cavedon rimase unico proprietario della ErreGi cambiandone la denominazione in Ediperiodici mentre Barbieri fondò la Edifumetto.[3][4] . I diritti sui personaggi editi dalla ErreGi erano rimasti a Cavedon e quindi Barbieri ne ideò di nuovi, sempre di genere erotico/pornografico, riuscendo anche stavolta a raggiungere un discreto successo. Fra le molte testate, spesso di bassa qualità, si ricordano Zora, Rolando del Fico, Vampiro, Scheletro, Sukia, Belzeba, Playcolt, Poppea e decine di altri personaggi, parte della cui fortuna sarà dovuta alle copertine dall'inconfondibile stile pittorico realizzate da autori come Alessandro Biffignandi, Emanuele Taglietti, Roberto Molino e Carlo Jacono. Svariate sono anche le testate, uscite negli anni settanta, con racconti ispirati alle fiabe riproposte in chiave erotica disegnate soprattutto da Sandro Angiolini.[8] Ci furono anche degli epigoni editi da altri editori, come Sexy Fiabe[13] e Strafiabe[14].
Nel giro di pochi anni la Edifumetto arrivò a pubblicare un notevole numero di testate di genere erotico che, dalla metà degli anni settanta, virarono verso una pornografia sempre più esplicita, di pari passo con l'evoluzione dei costumi. Nel periodo di maggior successo vennero pubblicati anche venti serie di tascabili erotici al mese.[8]
Grazie al successo di queste serie, realizzate spesso in fretta e di qualità a volte molto scadente, Barbieri poté pubblicare anche opere, non sempre genere erotico, di autori riconosciuti del fumetto italiano come Ferdinando Tacconi, Leone Frollo e Magnus. In particolare con quest'ultimo, dopo che il disegnatore aveva interrotto lo storico sodalizio con lo scrittore Max Bunker, Barbieri instaurò una collaborazione che, nell'arco di un decennio, portò a realizzare serie a fumetti come Lo Sconosciuto, La compagnia della forca, I briganti e Necron.[7]
Alla metà degli anni settanta Barbieri aggiunse al catalogo della casa editrice anche una collana di romanzi di genere horror da vendere nelle edicole. L'iniziativa non ebbe vita lunga: vennero pubblicati solo dieci titoli della serie I gotici, opera di autori come Cesare Solini, Franco Tamagni, Inisero Cremaschi, Ivana Conti, Giò Signori e con copertine realizzate da grandi autori come Karel Thole, Giovanni Romanini e Alessandro Biffignandi.[15]
Negli anni ottanta però arrivò la crisi del mercato dei fumetti pornografici causata dallo sviluppo delle videocassette per adulti. L'ultimo grande successo dell'editore fu una serie non erotica, Paninaro, che arrivò a vendere oltre 100 000 copie al mese, ma fu comunque di breve durata. All'inizio degli anni novanta Barbieri provò a proporre tascabili più soft ma senza riuscire a ritrovare il successo degli anni precedenti.[8]
Le varie serie vennero pubblicate negli anni anche sotto altri marchi editoriali che facevano sempre capo a Barbieri: Edizioni GEIS, SEGI, Il Vascello, Centroedizioni, seguite poi da Squalo Comics e fino alla Renzo Barbieri Editore e Edifumetto 3000, fino ai primi anni duemila.[4]
L'Italia degli ultimi trent'anni visti con lo sguardo arguto, critico, squisitamente ironico e obiettivo, di uno dei più grandi giornalisti italiani dell'Italia post-sessantottina. Attraverso una carrellata di svariati articoli, il libro raccoglie il punto di vista di un autore che non si è fatto piegare e persuadere dal potere seducente e corruttore tipico italiano, benché ne avesse la possibilità conoscendo da vicino coloro che hanno fatto della corruzione il motore della propria carriera. Ed è anche di loro che Massimo Fini parla, ma non solo. Anche di eventi storici, filtrati attraverso i ricordi, belli o brutti, della sua giovinezza ed età adulta.Un libro scorrevole, piacevole, che fa riflettere e in fondo incazzare. Non manca qualche contenuto che si ripete, ma è una pecca riscontrata in tutti i testi che raccolgono numerosi articoli.
Raccolta di articoli imperdibile. 30 anni di storia italiana visti da un cronista lucido, spietato, mai allineato e sempre controcorrente. Per capire come in Italia "tutto cambia affinchè nulla cambi".
Gli ultimi vent'anni di storia nazionale ripercorsi attraverso gli articoli -amari ed esilaranti- di uno dei più grandi giornalisti italiani viventi. Massimo Fini è diretto, sferzante, -purtroppo- profetico, dotato di uno stile lipido e brillante e di uno sguardo libero. A volte (per chi lo segue da tempo) ripetitivo. Ma non per il vizio del "taglia-incolla", ma semplicemente per fedeltà agli stessi orizzonti morali. Non cerca di stupire fabbricando punti di vista originali e nuovi a tutti i costi come molti editorialisti a gettone. Insomma un maestro (per me, s'intende).
Massimo Fini, scrittore e giornalista, vive a Milano. E' autore di Il Conformista (Marsilio, 2008), e di due fortunate biografie storiche: Nerone. Duemila anni di calunnie (1993), Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta (Mondadori, 1996). Per Marsilio ha pubblicato Dizionario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina (2000), Nietzsche. L'apolide dell'esistenza (2003), la trilogia di saggi storico-filosofici La Ragione aveva Torto? (1985, 2005), Elogio della guerra (1989, 2003), Il vizio oscuro dell'Occidente. Manifesto dell'Antimodernità (2002 e 2004), Sudditi. Manifesto contro la democrazia (2004), Il Ribelle. Dalla A alla Z (2006) e Ragazzo. Storia di una vecchiaia (2008), La modernità di un antimoderno (2016).Inoltre Fini è stato, a teatro, Cyrano. Contro... 2ff7e9595c
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